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Nuove Frontiere Risorse Umane
- novembre 24, 2020
- Posted by: wp_8651298
- Category: Uncategorized
Anche il settore delle Risorse Umane cambia causa pandemia
La pandemia ha decisamente sconvolto tutto, anche le logiche tradizionali del lavoro e, di conseguenza, delle Risorse Umane.
L’emergenza sanitaria ha fatto sì che molti aspetti della quotidianità cambiassero e, durante quest’anno, una delle trasformazioni più significative sta avvenendo nel mondo del lavoro.
L’accelerazione del processo di innovazione contribuisce alla modifica di assetti, ruoli e mansioni, creando nuove figure professionali e trasformandone altre. In effetti, lo smart working, strettamente collegato alla digitalizzazione del lavoro, sta cambiando una moltitudine di aspetti non solo aziendali, ma soprattutto professionali.
Al centro di questo cambiamento ci sono ovviamente le risorse umane, fondamento dell’azienda, le quali devono in qualche modo adattarsi e imparare a gestire le continue trasformazioni. Chi si occupa di Risorse Umane e di formazione vede infatti un ampliamento del proprio ruolo, in quanto c’è la necessità di ri-organizzare il processo di formazione.
Questo nuovo processo di formazione va affrontato su due fronti: il primo, di re-skilling, riguarda coloro che hanno già un lavoro e che devono riqualificare le proprie competenze; il secondo, di up-skilling, è diretto invece a coloro che ancora devono entrare nel mondo del lavoro.
La sfida, però, risulta più ardua per chi sta già lavorando e subendo la trasformazione in atto: la ri-organizzazione etico-culturale delle aziende, riferita alla loro mission e vision, dovrebbe preparare anche il personale al cambiamento. Il modo per sopravvivere a questa trasformazione è quindi quello di investire sulla formazione delle persone e dei processi ad esse legati, così da ottenere un vantaggio sia nel breve periodo, in quanto i lavoratori apprendono nuove conoscenze e competenze necessarie, sia nel lungo periodo, agevolando l’acquisizione di comportamenti diversi applicabili in differenti situazioni.
La realtà italiana, prevalentemente costituita da imprese medio-piccole, è sempre stata improntata su una formazione di base, che riguarda per lo più la sicurezza sul lavoro. Oggigiorno, però, c’è bisogno di una nuova prospettiva che abbia al centro il capitale umano dell’azienda: la nuova idea di formazione permette non solo un accrescimento delle competenze dell’impiegato, ma anche un aumento dell’engagement tra azienda e lavoratore. In questo modo, la risorsa umana non sarebbe più vista come un ingranaggio del sistema, bensì come un attore che partecipa alla vita organizzativa, guidato e gestito dall’azienda, che possa crescere (anche in autonomia) a vantaggio dell’organizzazione aziendale stessa.
Quindi anche se quest’anno è cambiato davvero tutto, bisognerebbe vedere questo cambiamento sotto da una prospettiva diversa: non stiamo perdendo qualcosa, stiamo costruendo e ricostruendo un mondo nuovo.