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Benessere Aziendale e Smart Working
- dicembre 11, 2020
- Posted by: wp_8651298
- Category: sviluppo risorse umane
Ansia da rientro in ufficio e malessere sono il risultato dello Smart Working
Ultimamente di problemi ce ne sono fin troppi, ma una ulteriore questione sembra turbare il mondo del lavoro post-pandemia: il rientro in ufficio. Molti dipendenti manifestano ansia riguardo al solo pensiero di tornare a lavorare in ufficio, il ché incide sulla produttività aziendale nonché sul benessere individuale. Secondo una ricerca di QBE Insurance Group sulla relazione tra il benessere psicologico dei lavoratori e il tanto discusso smart working, la metà degli italiani non si sente pronta a tornare in ufficio.
Tra gli intervistati, una buona parte (più del 70%) mostra preoccupazione riguardo al rischio dell’utilizzo dei mezzi pubblici per andare in ufficio, mentre il 28% si dichiara prontissimo a tornare a lavorare in presenza. Tuttavia, secondo i risultati della ricerca, più di un terzo degli intervistati preferirebbe una combinazione tra lavoro da casa e in ufficio, una sorta di mix che accontenterebbe un po’ tutti insomma.
I partecipanti alla ricerca, però, non hanno tutti la sessa età e le stesse esigenze e bisogna quindi andare più a fondo della questione.
Lavorare da remoto può aiutare molte persone a conciliare lavoro e vita privata. Nonostante ciò, soprattutto i giovani intervistati (18- 34 anni) hanno dichiarato una sorta di malessere derivante dallo smart working. In questo senso, si può ben comprendere che i lavoratori più giovani siano propensi a un completo rientro in ufficio, mentre i dipendenti dai 35 anni in poi preferiscono lavorare da remoto, appunto per conciliare i propri impegni familiari.
Risulta scontato che il malessere espresso dai giovani sia dovuto all’isolamento che il lavoro da remoto provoca in persone con obblighi familiari minori rispetto a lavoratori più anziani.
In effetti, pensando alla situazione di smart working di un ragazzo tra i 18 e i 34 anni che magari vive lontano dalla famiglia e con limitati affetti stabili nella città in cui si trova per lavoro, si può facilmente immaginare la voglia di tornare in ufficio per scappare dalla solitudine. Al contrario, lavoratori con una famiglia o comunque con una vita privata consolidata, preferiscono lavorare da remoto per conciliare al meglio le due cose.
Nonostante ciò, è importante ricordare che il lavoro da remoto, erroneamente chiamato smart working, fatto nel modo sbagliato può gravemente minare alla stabilità aziendale.
Il malessere espresso da molti lavoratori nella ricerca di QBE Insurance Group porta a parlare di corporate welfare, in quanto senza benessere il lavoratore commette errori a causa della condizione psicologica in cui si trova.
Per questo motivo, negli ultimi anni e particolarmente nell’ultimo anno, il benessere individuale è diventato di elevata importanza per i datori di lavoro.