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L’evoluzione dello smart working: il nearworking
- febbraio 4, 2021
- Posted by: wp_8651298
- Category: Uncategorized
Lo smart working si evolve e diventa nerworking.
L’evoluzione parte da Milano: spazi di coworking e uffici vari di proprietà del Comune trasformeranno lo smart working in nearworking. Tra gli obiettivi dell’esperimento, quello di ridare vita a spazi periferici della città, svuotare i mezzi pubblici e favorire i dipendenti.
L’epoca del Covid, altrimenti detta new normal, ha contribuito al cambiamento della modalità lavorativa a cui si era abituati, quella che ti costringeva a stare tra le quattro mura dell’ufficio otto ore al giorno.
Con il lavoro da casa, invece, il dipendente ha acquisito molta più libertà, anche se bisogna sicuramente migliorare il concetto di lavoro agile.
Per questo motivo si sta cercando di prendere quello che c’è di positivo da questa nuova modalità lavorativa per ridisegnare gli spazi cittadini a favore di un aumento di benessere generale. L’esperimento parte dal settore pubblico ma si punta ad arrivare anche al privato.
Il Comune di Milano vuole adattarsi alle esigenze dei cittadini, intervenendo innanzitutto sul piano organizzativo per il lavoro agile (POLA), in modo da consolidarlo come alternato al lavoro in presenza migliorandone la qualità tramite innovazioni tecnologiche.
La trasformazione digitale che si sta vivendo, porterà ad importanti innovazioni tecnologiche che contribuiranno a rendere migliore il lavoro agile sia per il dipendente che per l’azienda stessa.
In questo modo i dipendenti potranno svolgere il proprio lavoro agile in spazi vicini alla propria casa in modo più flessibile, evitando grandi spostamenti e godendo si una maggiore welfare aziendale.
Le aziende, invece, grazie alle innovazioni potranno monitorare in maniera più precisa il lavoro dei dipendenti in modo da garantire un migliore svolgimento delle attività lavorative.
Di conseguenza, anche il luogo di lavoro subirà importanti cambiamenti: si passa da un luogo fisico ad uno dinamico grazie a spazi di proprietà del Comune e ad edifici di coworking già esistenti.
Inoltre, Woods Bagot aveva già proposto quattro diversi modelli di ufficio in cui il lavoro da casa ricopre un ruolo più o meno predominante, prevedendo comunque una combinazione di lavoro da casa e in ufficio nell’era post covid.
Il progetto milanese inizierà con gli uffici pubblici per poi includere anche quelli privati in modo da promuovere una nuova cultura del lavoro agile e degli spazi di coworking e nearworking.