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I giovani non trovano lavoro o il lavoro non trova i giovani?
Molti negozi e aziende lamentano il fatto di non trovare personale perché, secondo molti, i giovani non vogliono un lavoro. Forse, però, il lavoro che i giovani non vogliono è quello sottopagato, senza garanzie e senza essere sfruttati.
Sì, perché non si possono biasimare ragazzi che rinunciano a 1000 euro al mese per 60 ore di lavoro a settimana e si tengono il loro bel sussidio, che possa essere una cassa integrazione, un reddito di cittadinanza o la percezione della naspi.
Purtroppo per le nuove generazioni, non si è più nei fiorenti anni 80, in cui bastava un diploma per un posto fisso qualunque e si era tutti felici e contenti. Ecco, i giovani degli anni 80 hanno fatto sì che i loro figli crescessero con questa sbagliatissima convinzione. Sbagliatissima in quanto i tempi sono cambiati, e anche tanto.
Negli anni 80 ti bastava essere laureato in qualsiasi facoltà per essere chiamato “dottore”, avere un posto fisso e il rispetto di tutti i conoscenti. Oggi, la risposta ad una laurea in cui si investe tempo e soldi sono offerte di lavoro in stage a 500 euro al mese.
Ecco, adesso prendete un giovane fuorisede che magari vive a Milano, DA SOLO e deve mantenersi con 500 euro al mese quando una stanza in affitto costa più di 500 euro al mese. È molto probabile che un ragazzo vada a fare il cameriere per mantenersi, nonostante il titolo di studio. E come biasimarlo?
Durante la pandemia, però, questi tipi di attività hanno perso molto e sono state poco aiutate dallo Stato e, anche per questo, il lavoro che riescono ad offrire è completamente diverso: contratti forfettari, poche o nessuna garanzia e, spesso, non in regola.
Quindi mancano i lavoratori o manca il lavoro dignitoso?
Prima di giudicare i giovani che “non hanno voglia di lavorare”, chiediamoci questo. Cominciamo a offrire lavori onesti, in regola, e con paghe adeguate e risolveremo anche un pezzo di questo problema.