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Tony Hsieh: l’imprenditore visionario
- dicembre 29, 2020
- Posted by: wp_8651298
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Vita e ossessioni di Tony Hsieh: l’imprenditore visionario alla ricerca della felicità.
La conclusione di uno degli anni più complicati della storia è alle porte e la fine di personaggi come Tony Hsieh fanno capire le reali conseguenze che l’isolamento provocato dal covid può portare.
Tony Hsieh, uomo di successo già a vent’anni, è stato in grado di creare un luogo di lavoro con alla base il benessere per i suoi dipendenti basato sulla meritocrazia e la creazione di una comunità. La sua filosofia di vita era infatti basata sulle quelle che egli stesso definiva collisioni, ovvero l’importanza degli incontri casuali e degli scambi di idee che rappresentano la base del funzionamento della sua azienda e della sua esistenza.
Per questo motivo la struttura di Zappos (azienda di Las Vegas che si occupa di vendita di scarpe online e di cui Hsieh è stato amministratore delegato) è completamente diversa da quella di tutte le altre aziende: lo scopo era quello di costruire una comunità di amici che lavorano divertendosi.
Innanzitutto il luogo di lavoro è un grande open space dove le scrivanie sono tutte uguali, senza tenere conto della gerarchia. I dipendenti entrano tutti dallo stesso ingresso perché devono incontrarsi, anche se sono tantissimi. Hsieh ha addirittura coniato la moneta Zollars all’interno dell’azienda, con la quale ogni impiegato può premiare i colleghi meritevoli, i quali poi possono spendere le monete in un unico negozio. Ha anche vietato l’uso di parole che hanno un’accezione negativa: ad esempio non si parla di “problema”, bensì di “sfida”. Organizzava addirittura feste con i suoi impiegati affinché si incontrassero tra loro ed era molto attento alla loro intelligenza emotiva.
Di conseguenza, l’atteggiamento degli impiegati di Zappos si riflette inesorabilmente sui clienti: il call center aziendale, ad esempio, è diverso da tutti gli altri in quanto non ha come scopo la vendita di prodotti o lo sfiancare le persone con innumerevoli telefonate. Gli operatori del call center, invece, creano una sorta di relazione con il cliente, le telefonate possono andare avanti anche ore a parlare del più e del meno e non si vende mai, al massimo si può regalare qualcosa ai clienti.
Hsieh era talmente un visionario che aveva messo in piedi il Downtown Project: quando la sede di Zappos si rivelò ormai troppo piccola, Hsieh affittò l’ex municipio di Las Vegas e riportò in vita il quartiere in cui si trovava, ormai degradato, investendo con prestiti ai piccoli imprenditori per aprire i vari negozi utili nel quartiere, tutti con la stessa filosofia delle collisioni.
Hsieh voleva proporre lo stesso esperimento nello Utah, dove a inizio 2020 aveva acquistato una villa da 1.600 metri quadri con annesso un lago privato, per 16 milioni di dollari.
Insomma, un uomo che sembrava avere tutto, ma in realtà era pieno di ossessioni, tra cui appunto quella della ricerca della felicità come dimostra il suo libro Delivering Happiness. Felicità che quasi imponeva a chi gli stava intorno e che con l’isolamento, dovuto prima al covid e poi alla sua personale disintossicazione da internet, ha smesso di far parte della sua vita. Se ci si pensa, credendo nella filosofia delle collisioni è ancora più difficile vivere in un mondo completamente isolati.
Ed è qui che le ambizioni di Hsieh incontrano la realtà: dopo alcuni suicidi di persone che lavoravano al Downtown Project, molti licenziamenti e dichiarazioni riguardo la sua mancanza di leadership, Hsieh si dimette dalla carica di amministratore delegato dell’azienda.
Nei mesi a seguire, il suo nuovo progetto era dettato da un’altra ossessione: testare i limiti del proprio corpo. Così iniziò a fare uso di droghe e alcool per testare quanto tempo riusciva a resistere senza cibo e senza andare in bagno, si privava dell’ossigeno e faceva diete estreme.
Così, poco più di un mese fa, Hsieh muore a causa dell’inalazione di fumo in un incendio in una delle sue proprietà, in cui si era barricato secondo le dichiarazioni (un’altra sua ossessione erano le candele).
Tuttavia, lascia un’importante eredità culturale, restando un visionario di ispirazione per tutti.
La famiglia di Hsieh ha detto di voler «portare avanti la sua eredità, diffondendo i principi in base ai quali aveva vissuto: trovare gioia e significato nelle esperienze di vita, ispirare e aiutare gli altri e, soprattutto, portare felicità».