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Digitalizzazione: i lati negativi
- aprile 12, 2021
- Posted by: wp_8651298
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I lati negativi della digitalizzazione
Il processo di digitalizzazione sta accelerando sempre di più e, anche se ne vengono ricordati spesso gli aspetti positivi, esistono alcuni lati negativi.
La comunicazione si è evoluta molto nel corso della storia e si possono riconoscere quattro vere e proprie rivoluzioni legate ad essa: l’invenzione della scrittura, la stampa, i mezzi di comunicazione di massa e internet con l’arrivo dei relazionati social media.
I cambiamenti prodotti dalle prime tre rivoluzioni sono stati significativi sia da un punto di vista sociale che economico. L’ultima rivoluzione, legata ad internet e che oggigiorno stiamo vivendo, è stata decisamente accelerata dalla pandemia. Basta pensare allo smart working, alla didattica a distanza, agli eventi online e a tutto ciò che nell’ultimo anno è stato digitalizzato.
Gran parte della società attuale si dichiara entusiasta di tutti questi cambiamenti. Tuttavia, il fatto che la tecnologia digitale sia in continua e perpetua trasformazione porta a dei lati negativi di cui pochi parlano.
Sicuramente, uno dei grandi punti deboli di internet e dei social media è quello di dare molta più importanza all’apparenza che alla sostanza. Negli anni, il sapere acquisito lavorando duramente è stato sostituito dalla quantità di informazioni presenti online. Si è creata una vera e propria confusione tra il sapere e l’informazione: perché acquisire conoscenze quando c’è internet che ti da tutte le risposte?
Questa evidente superficialità, data soprattutto dai social media, ha fatto sì che negli anni si sia originata una condizione molto simile alla ADHD (disturbo da deficit di attenzione) in coloro che abusano di questi mezzi di comunicazione. Di conseguenza, in questi soggetti, viene a mancare la focalizzazione sullo sviluppo delle competenze personali.
Altro aspetto negativo è la sempre più crescente dipendenza dall’uso di internet e del digitale (IAD – Internet addiction disorder) causata da una forma di appagamento immediato ottenuta quasi senza nessun impegno cognitivo.
Tutte le teorie neuroscientifiche dimostrano che l’essere umano ha bisogno di contaminarsi con l’altro sia dal punto di vista cognitivo che emozionale. Di conseguenza è imprescindibile che la relazione umana non venga sostituita dalla tecnologia digitale.
In conclusione, forse dovremmo fermare questa pazza corsa alla ricerca di nuove competenze digitali e riprendere quella verso l’acquisizione di hard skills e il consolidamento di soft skills.