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Chief Happiness Officer
- aprile 22, 2021
- Posted by: wp_8651298
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Chief Happiness Officer: professione emergente che tutela il benessere dei dipendenti.
Dopo un duro anno che ha messo in crisi tutto ciò che conoscevamo, in ambito lavorativo ci siamo resi conto che in crisi c’eravamo già da tempo: per questo motivo, nasce la figura del Chief Happiness Officer.
La pandemia, il lavoro agile e la ricerca della vera formula dello smart working, con conseguenze sulla formazione e sulla trasformazione digitale, hanno messo in evidenza una crisi del lavoro che esisteva già da tempo.
In effetti, il modello gerarchico a cui eravamo e a cui siamo ancora abituati, secondo molti studi effettuati non è la soluzione né per la felicità individuale, né per il benessere e la produttività aziendale.
L’inizio dello smart working, che coincide con la pandemia, ha permesso a molti dipendenti di potersi organizzare come meglio credevano e ciò li ha resi molto più autonomi e soprattutto molto più produttivi per l’azienda.
La produttività aziendale risulta aumentata nei casi in cui le organizzazioni cosiddette “positive” sono state in grado di reagire al cambiamento dando fiducia ai propri dipendenti e coltivando, in questo modo, il capitale umano.
In effetti il World Happiness Report annuale dell’ONU conferma che la fiducia, il senso di appartenenza e la flessibilità sono gli aspetti che determinano la felicità degli individui e la produttività aziendale.
Proprio da questo presupposto nasce il Chief Happiness Officer, che risulta tra le professioni più richieste in tutto il mondo. In realtà, questa figura esiste già da anni in economie più avanguardiste di quella italiana e, durante l’ultimo anno, si sta cercando di affermare anche nel nostro paese.
Il CHO è la figura in grado di creare le condizioni affinché i leader e le aziende diventino attori di nuovi comportamenti. Il ruolo è quello di aggiornare competenze, strumenti e modelli che possano portare a un benessere durevole, sia per i dipendenti che per la produttività dell’azienda.